Fabrizio Fontanelli

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Fabrizio Fontanelli nasce nel 1967 a Reggio Emilia, dove vive e lavora. Un'esperienza fotografica ventennale che sfocia nel 2003 con la pubblicazione del volume "Monoteisti" (promosso da ARCI) e nel 2006 con "Flamenco en Buenos Aires", la prima personale allestita presso il Punto Einaudi di Reggio Emilia. Tra le altre mostre, si segnalano: "La memoria del sole" (Reggio Emilia, galleria 8,75 Vetrina, 2007), la partecipazione alla terza edizione di "Fotografia Europea" con la personale "The passion" (Reggio Emilia, Viaduegobbitre Spazio Arte, 2008), "Quel che resta..." (Reggio Emilia, galleria 8,75 Vetrina, 2008) e le tre esposizioni organizzate in occasione di "Fotografia Europea": "Dedicato a A.L. Lavoisier" (Reggio Emilia, Reggia di Rivalta, 2009), "L'attesa" (Reggio Emilia, Viaduegobbitre Spazio Arte, 2009) e "Daimon" (Reggio Emilia, Laboratorio Artè, 2009). Nel 2009, la sua ultima ricerca, "Orogenesi", è stata presentata presso la Libreria Le Storie Bistrot di Roma, in collaborazione con "Eidos, Cinema, Psyche e Arti Visive". Nel 2010, ha preso parte alla rassegna "24 artisti a Villa Verde" (Reggio Emilia, Villa Verde, 2010) e alle due collettive "Ateliers Aperti" (Reggio Emilia, Viaduegobbitre, 2010) e "Visioni Incantate" (Reggio Emilia, Reggia di Rivalta, 2010) allestite nell'ambito della quinta edizione di "Fotografia Europea", risultando peraltro tra gli artisti selezionati per l'evento espositivo itinerante e l'assegnazione dei premi della terza edizione del "Premiosinestesie" tenutosi a L'aquila dopo il terremoto. Con la galleria 8,75 Artecontemporanea di Reggio Emilia, ha preso parte alle edizioni 2007, 2008 e 2009 di "Immagina Arte in Fiera".
Dopo il mio esordio nel 2003, torno al Fuori Orario in veste oltre che di fotografo anche di curatore per una serie di mostre dedicate alla musica e non solo. In questa occasione presento un omaggio al gruppo dove mio fratello Enrico suona: gli OFFLAGADISCOPAX gruppo che seguo per tutta la sua esistenza.
Nel 2011 in occasione del 150° dell’Unità d’Italia presenta due progetti dedicati a Reggio Emilia: “Saluti da…” una serie di Polaroid in b/n dove esegue una sorta di ricerca nostalgica di luoghi storici e nostalgici della città; “Oltre il portone” un progetto che unisce la fotografia al desing: vecchi cassetti di caratteri tipografici utilizzati per una rappresentazione simbolica della città.
Nel 2012 tre nuovi progetti vengono presentati in vari luoghi, tra l’atelier e la Reggia di Rivalta.
“Cogito ergo sum?” ove rappresenta la solitudine nella moltitudine.
“L’Aquila. Le ali spezzate” reportage nel cuore della città colpita dal terremoto.
“Ti do le mie mani. Ti do il mio cuore” ritratti in B/N degli ospiti della Casa della carità di Fosdondo (RE)
Nel 2013 in occasione di F.E. presenta il progetto Botte n.8 viaggio in una cantina del famoso vino Amarone. Altro progetto “passeggiando nel parco” ove immagina una giornata passata in un parco dall’alba al tramonto” ed i legami profondi tra natura e uomo.
Ultimo progetto presentato è “Talking Hands”, ritratti ove sono le mani a raccontare chi siamo, quali sono le nostre passioni, i nostri sogni. Questo progetto nasce dall’idea di rappresentare, di ritrarre una persona attraverso le sue mani.
Le mani come gli occhi sono “lo specchio dell’anima”: quanto ci dicono le mani attraverso un callo, una cicatrice, le unghie, la cura o l’incuria …
Come raccontano attraverso l’unione delle mani, la loro apertura o chiusura, la posizione che prendono quando sono davanti ad un obiettivo …
Ma altre volte c’è qualcosa di celato che non viene esplicitato, ma semplicemente traspare tra le pieghe delle mani chiamate della vita e della morte, dell’amore, del successo.
Allora ho fatto un viaggio attraverso le parole che le persone ritratte mi raccontavano di se, dei loro sogni, del loro lavoro, dei loro desideri o frustrazioni. In altri casi invece ho fatto un viaggio immaginario dentro ad una storia un po’ romantica, un po’ nostalgica di queste persone che non conosco ma che rappresento per quello che sogno essi siano…

Come posso raccontarmi? Non lo so, non è facile penso per nessuno esprimere con parole quello che a volte con la fotografia mi viene meglio.
La mia prima foto l’ho scattata a 8 anni, un panorama del lago maggiore in bianco e nero. Poi da ragazzo una macchina amatoriale per raccontare le vacanze con gli amici. Ma è a 20 anni o giù di lì che compro la mia prima reflex, una Pentax ME super che mi accompagnerà per un decennio, insieme ad una amico a girovagare per la nostra città, le nostre colline, a divertirci senza molte velleità artistiche passando poi ore ed ore in camera oscura…
Ma con l’avvento del digitale mi si apre un mondo, posso giocare, sperimentare, non importa con che risultati, senza fine (finché c’è memoria(CF) c’è speranza!!).
Poi un giorno mio fratello Enrico mi propone di esporre con lui in un famoso locale ARCI a Reggio (Fuori orario) con lui, giusto per una settimana e via.
E da lì inizia la mia “carriera” da fotografo….
Da sempre mi piace la ricerca, sperimentare nuovi modi di esprimere le mie visioni, cercando sempre, però un che di nostalgico, di radici. La memoria personale o immaginata in uno scatto in un progetto.
Mi piace ricercare nelle mie foto la bellezza anche inusuale, la poesia, anche nei rottami delle auto, o in un mucchio di residui dell’inceneritore.
La solitudine nelle rovine del terremoto o la fantasia in una favola fatta fotografia. Questo penso sia il mio pregio più grande, come il mio più grande difetto: la ricerca quasi ossessiva di nuovi orizzonti nuove visioni mi mette ansia ma anche tanta ispirazione, voglia di creare nuove emozioni..

 

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